Cova de Can Marçà: location suggestiva e spiagge bellissime

Le grotte di Can Marçà (o Can Marsà), certamente tra le cose da vedere a Ibiza, si trovano nella parte nord dell’isola, nei pressi di Puerto de San Miguel e della sua bellissima spiaggia, nel comune di Sant Joan de Labritja.

Cova de Can Marçà è situata in un punto strategico per ammirare uno tra i più belli dei panorami di Ibiza. Al di sotto dell’ingresso alla grotta si distende una baia suggestiva con due bellissime piccole spiagge, Playa Puerto de San Miguel e Cala de sa Ferradura; due altre calette, caló des Moltons  e  Pas de S’Illa, mentre sullo sfondo si staglia un’isoletta chiamata Illa Murada. Dal punto più alto della baia è visibile anche la Torre d’es Mular, un tempo torre di avvistamento, situata proprio sul bordo di un’ampia scogliera.

Dall’ingresso della Cueva (grotta) di Can Marçà, procedendo ancora verso nord, si raggiunge Cala Benirràs: una tra le 5 più belle spiagge di Ibiza. Proprio questo tragitto, dalla grotta alla spiaggia, costituisce una tra le più interessanti escursioni a Ibiza.

Come raggiungere la Cova de Can Marçà

La visita alla grotta e all’ambiente circostante sono il presupposto per trascorrere una giornata indimenticabile a Ibiza, ma raggiungere questa parte dell’isola potrebbe non essere semplicissimo. La soluzione migliore è rendersi indipendenti negli spostamenti rivolgendosi ad un noleggio auto ad Ibiza ed affittare un mezzo proprio con cui partire all’esplorazione della Cova de Can Marçà e della zona circostante.

Per darvi un’idea delle distanze e un punto di riferimento da cui partire, sappiate che la grotta si trova ad una distanza di circa 20 km dalle tre città principali dell’isola: più precisamente a 20 km da Eivissa (Ibiza o Iviza), a 25 km da Sant Antoni de Portmany e 23 km da Santa Eulària des Riu.

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La grotta di Can Marçà tra storia e leggenda

Negli anni ’70 lo speleologo e romanziere belga Jean-Pierre Van den Abeele giunse nella città di Sant Miguel alla ricerca della Cova de Can Marçà. Gli abitanti di San Miguel lo aiutarono a localizzare l’ingresso della grotta sulle scogliere sovrastanti il porto e l’avventuroso personaggio iniziò l’esplorazione della gallerie individuando varie diramazioni e altri punti di ingresso.

Poco dopo iniziarono i lavori per rendere più facile l’accesso e le grotte divennero un’attrazione turistica a partire dagli anni ’80.

La leggenda vuole che la grotta fosse usata in tempi lontani da pirati e contrabbandieri. Di fatto restano ancora oggi, nelle caverne di Can Marçà, testimonianze di traffici illeciti avvenuti almeno fino all’inizio del secolo scorso: sui muri, in vari punti delle gallerie e delle grotte, sono visibili tracce di pigmenti rossi e neri che servivano ai contrabbandieri che vi nascondevano le merci a ritrovare le uscite.

Stalattiti e stalagmiti, il miracolo della natura

A causa degli sbalzi di temperatura legati al fenomeno carsico, all’interno delle caverne si sono accumulati, nei millenni, numerosi reperti fossili. Proprio grazie all’analisi delle tracce fossili di alcune piante, Van den Abeele è stato in grado di determinare l’età approssimativa della grotta principale, alta 14 metri, la cui formazione si suppone risalga al movimento di faglie tettoniche avvenuto 70 milioni di anni fa.

Ossa e fossili di roditori appartenenti a specie ormai estinte sono stati trasferiti in vari musei e la loro catalogazione ha contribuito ad arricchire le conoscenze sulla fauna preistorica delle nostre antiche terre mediterranee.

L’epoca esatta della formazione di stalattiti e stalagmiti in queste caverne non è nota ma pare che, geologicamente parlando, le grotte siano da ritenersi piuttosto “giovani” perché  relativamente recente l’inizio del depositarsi di carbonato di calcio, ossido di ferro e detriti. Le acque che scorrevano tra le rocce si sono ormai esaurite e ai giorni nostri solo nelle gallerie più profonde il gocciolio continua a formare le bellissime stalattiti e stalagmiti.

Le ricostruzioni e le aggiunte moderne

A restituire splendore alla Cova de Can Marçà sono stati i contributi dei geologi e degli speleologi intervenuti a salvaguardare ciò che resta e a riprodurre ciò che esisteva nell’antichità, ricostruendo le cascate e i corsi d’acqua sotterranei del passato in base al funzionamento idrologico.

Effettivamente il clima all’interno delle grotte di Can Marçà oggigiorno è veramente secco, gli ambienti debbono essere umidificati in modo che la pietra non si secchi e diventi eccessivamente porosa e fragile, la scelta delle ricostruzioni trova però pareri discordanti. L’intento è comunque quello di mostrare al visitatore, durante il tour all’interno delle grotte, che dura circa 35 minuti e ha una lunghezza approssimativa di circa 350 metri, l’origine e le dinamiche delle formazioni carsiche.

Per entrare a visitare le grotte di Can Marçà, (8.500 m² totali, anche se non tutto può essere visitato), si paga un biglietto, in cui è compresa una guida multilingue. Durante il percorso, per la maggior parte in salita, si passa attraverso una sala chiamata Tempio di Buddha, poi nella Sala delle Cascate (dove si può godere dello spettacolo sorprendente dato dal connubio di giochi d’acqua, luci e suoni) e il Lago dei Desideri (le cui acque sono arricchite con fluoresceina, per creare un effetto forse un po’ kitsch, ma sicuramente sorprendente e magico.

Le grotte di Ibiza: non solo la Cova de Can Marçà

Se siete interessati in modo particolare alla visita di grotte, vi segnaliamo che, nello stesso comune di Sant Joan de Labritja, in cui si trova la grotta di Can Marçà, troverete la Cova des Culleram con il santuario dedicato a Tanit, la principale dea cartaginese legata alla fertilità e alla fortuna.

Altre grotte da visitare a Ibiza sono: Na Coloms (conosciuta anche con il nome “Cueva de la Luz”, grotta della luce), la grotta di Cala Llonga (detta anche Cattedrale del Mare), Cova Santa e, ancora, la grotta Ses Fontanelles (Sa Cova des Vi): un rifugio roccioso su una scogliera situata sul lato sud di Cap Nunó, all’interno della quale si possono ammirare suggestive pitture rupestri.